Con due appuntamenti nel corso della rassegna salernitana, la Fondazione ha condotto gli incontri “Storie di chi non ce la fa e di chi ce la fa a fatica” con Niccolò Zancan, autore di “Antologia degli sconfitti. Cronaca quasi poetica del presente” (Einaudi), in conversazione con Antonia Autuori, presidente Fondazione della Comunità Salernitana, e “Scene da un matrimonio: un racconto immorale” con lo spettacolo “Come un pomo uccise Achille,” di Giada Trebeschi con Giorgio Rizzo.
Oltre centoquaranta gli ospiti, italiani e internazionali, che hanno animato il centro storico di Salerno per confrontarsi e rendere un tributo non rituale alla figura di Franz Kafka, a cui il festival è stato dedicato in occasione del centenario dalla scomparsa. Il tema di questa edizione è stato Le domande giuste per provare a interrogarsi sul presente e sul futuro.
Sempre più ricche le sezioni di dialogo, in particolare la Fondazione ha promosso due appuntamenti nel vastissimo contenitore che accompagna il pubblico durante l’intera settimana. Per gli Sguardi sul mondo attuale, lunedì 17 giugno Palazzo Fruscione ha ospitato l’incontro “Storie di chi non ce la fa e di chi ce la fa a fatica” con Niccolò Zancan, autore di Antologia degli sconfitti. Cronaca quasi poetica del presente (Einaudi), in conversazione con Antonia Autuori, presidente Fondazione della Comunità Salernitana. In un mondo dove la prospettiva è un lusso e il presente è un precipizio nel quale ci si sente cadere senza controllo, le vite si muovono su un piano inclinato. Affitti da pagare, bollette da saldare, spese mediche da affrontare, tutto ciò che si aggiunge al peso quotidiano di trovare un senso e un po’ di bellezza nella monotonia del vivere. Queste sono vite in declino, senza riparo, destinate al margini della società. L’ex sindacalista picchiata per una questione di principio, l’aspirante giornalista sottopagato, il ladro sorpreso nel mezzo del suo colpo: sono solo alcuni dei protagonisti di queste storie vere del nostro tempo, raccontate con la forza della cronaca e la delicatezza della poesia da Zancan. In un’epoca in cui il successo è misurato dall’arricchimento e dalla notorietà, queste storie mettono in luce il destino di coloro che non hanno vinto, coloro che hanno perso non solo le opportunità, ma anche il diritto alla soddisfazione, alla bellezza e alla pace. “Le domande giuste nel caso dell’antologia degli sconfitti potrebbero essere: Cosa si sarebbe potuto fare per evitare che si concretizzassero queste storie? Chi avrebbe potuto intervenire, e quando? Quali politiche si dovrebbero mettere in atto per evitare di doverne ancora raccontare tantissime? – sottolinea Antonia Autuori – In un momento in cui aumenta a dismisura il disagio sociale, di cui sono figli i fatti raccontati nel libro di Zancan, diventa assolutamente necessario ed urgente interrogarsi per porre in essere contromisure, anche per questo esistono le fondazioni di comunità sul territorio. Certo, da soli non ci possiamo riuscire, ma lavorando insieme la possibilità di trovare delle risposte concrete aumenta”.
Martedì 18 giugno, è invece andato in scena al Museo Diocesano “Scene da un matrimonio: un racconto immorale” con lo spettacolo Come un pomo uccise Achille, di Giada Trebeschi, con Giorgio Rizzo. Quando l’invito giunge direttamente dall’Olimpo per il matrimonio di Teti e Peleo, ci si aspetterebbe una tregua divina. Tuttavia, anche le divinità non sono esenti dai vecchi rancori e dalle dinamiche familiari. Tra gli ospiti, la musa Calliope e il poeta Esiodo discutono sulle nozze e sulle implicazioni del pomo della discordia. In questa commedia mitologica, i protagonisti riflettono sugli eventi del matrimonio, prendendo in giro i cliché delle feste nuziali e svelando il coinvolgimento di Achille, essendo i suoi genitori gli sposi. La storia si tesse tra leggerezza e satira, offrendo uno sguardo divertente sulla mitologia classica e sulle dinamiche umane. “Sarà uno sguardo diverso rispetto ai riti consolidati, ma alcune volte vuoti di significato che si travestono di espressioni esteriori. Coltiviamo i veri valori dentro di noi” – commenta la Autori che, anche stavolta ha confermato il proprio sostegno al festival, reso ancor più immancabile in questo periodo complesso per la cultura in Campania – Salerno Letteratura è una manifestazione indispensabile per la nostra città nel diventare a pieno titolo una esperienza comunitaria che arricchisce e restituisce le domande giuste, al momento giusto”.